Arte in TV

Arte in TV

Nell’ormai lunga storia della TV italiana l’arte ha avuto fin da subito uno spazio preciso, se si pensa che il 3 gennaio 1954 non solo segna il debutto delle trasmissioni rai ma anche la messa in onda del primo approfondimento culturale, Le avventure dell’arte. E di avventura si è trattato fin da subito: le estreme potenzialità comunicative del nuovo mezzo, che portava letteralmente nelle case degli italiani per la prima volta argomenti elitari, si scontravano presto con la diffidenza, per non dire l’ostracismo, di una parte consistente di critici e intellettuali, ma anche con le difficoltà e le ambiguità insite in ogni traduzione da un medium a un altro. A distanza di sessant’anni lo scenario e i protagonisti di questo racconto sono decisamente cambiati, con la presenza delle emittenti private prima e della pay tv poi – e quindi con il deciso ampliarsi dell’offerta –, tra il passaggio al digitale e l’evoluzione naturale del linguaggio televisivo e dei suoi interpreti, artisti e critici compresi. Ma se il contesto muta, le questioni attorno a cui il rapporto arte-tv si gioca rimangono le stesse, in primis quella della legittimità di un medium a vocazione popolare a veicolare un contenuto alto, e soprattutto quella riguardante le funzioni che il piccolo schermo svolge nei confronti dell’arte, a partire dalla divulgazione che, pur nelle sue varie tipologie, è considerata storicamente la principale e più ovvia declinazione del mezzo. Proprio a quest’ultimo aspetto in particolare è dedicata la serie di saggi raccolti nel presente volume, sia che si muovano dal campo specifico della comunicazione televisiva sia che scelgano di privilegiare l’ambito artistico. Pur nella varietà di metodo, a risaltare è la stretta relazione tra i due mezzi che più hanno influenzato lo scenario visivo della seconda metà del Novecento.

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