Un oscuro riflettere Black Mirror e l’aurora digitale

Un oscuro riflettere

Black Mirror e l’aurora digitale

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Black Mirror è uno show, un museo, una prigione, un’opera d’arte e un videogioco privo di discontinuità tra l’esterno e l’interno, il sé e l’altro, l’organico e l’inorganico. È il mondo in cui abitiamo, dove tecnica, algoritmi e reti sociali prevalgono sugli individui annichilendo l’autonomia, la razionalità e l’antropocentrismo su cui si è fondata la cultura occidentale. La società del futuro descritta dal serial televisivo inglese con fosche e visionarie premonizioni esprime in modo parossistico quello che stiamo già vivendo: la distopia nel nostro quotidiano. Si tratta di una fantascienza più reale della realtà. Un suo esame approfondito consente non solo di scorgere il nostro tempo in quanto catastrofe, ma soprattutto di comprendere ciò che sta sorgendo dalle ceneri dell’umanesimo e della modernità: troll, sexting, cancel culture, predictive analytics e surrogati dell’umano. Siamo nel cuore della tragedia, ma qualcosa resiste, nasce e prolifera tra i frammenti del passato... Piaccia o meno, l’opera di Charlie Brooker svela i primi bagliori dell’aurora digitale.

Book details

About the author

Claudia Attimonelli

Claudia Attimonelli è ricercatrice all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, dove insegna Studi visuali e multimediali e Semiologia del cinema e degli audiovisivi. È responsabile del progetto MEM – Mediateca Emeroteca Musicale. Tra le sue pubblicazioni: To be continued (2011); Underground Zone (2011); Techno: ritmi afrofuturisti (2018).

Vincenzo Susca

Vincenzo Susca è professore associato di Sociologia dell’immaginario all’Università Paul-Valéry di Montpellier e ricercatore al Ceaq (Sorbonne). McLuhan Fellow all’Università di Toronto, è il direttore editoriale dei Cahiers européens de l’imaginaire. Tra i suoi libri: Transpolitica (Milano 2008), con D. de Kerckhove; Gioia Tragica (Milano 2010, Parigi 2011, Barcellona 2012); Les Affinités connectives (Parigi 2016). È l’autore, con A. Béhar, della pièce teatrale Angelus Novissimus (2014).

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