Ritmi universali

Ritmi universali

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Negli anni Venti Piet Mondrian è a Parigi, e nel clima di apertura intellettuale della capitale francese il pittore sviluppa il suo percorso verso un’arte di astrazione. Fondamentale in tale progresso è la musica. In quel periodo, infatti, Mondrian viene a contatto con il jazz e i balli da sala americani, quali il fox-trot e il charleston, mentre al Théatre des Champs-Elysées assiste alle sperimentazioni rumoristico-sonore dei futuristi. Ritmi universali raccoglie tre scritti brevi, apparsi tra il 1921 e il 1927 sulle pagine delle riviste d’avanguardia “De Stijl” e “i 10”, nei quali Mondrian parla delle corrispondenze tra musica e pittura in coerenza con la sua visione estetica, il neoplasticismo. Ciò che egli riconosce nel jazz e nelle composizioni futuriste, realtà musicali in apparenza molto distanti tra loro, è l’espressione pura di uno spirito nuovo, la promessa di una vita pienamente umana, libera da costrizioni. Nei luoghi della musica e della danza, felicità e serietà sono un’unica cosa; il ritmo aperto e mobile del jazz rinvia a quello veloce della vita moderna: è un principio d’equilibrio che, come la pittura neoplastica, ha il potere di riconciliare ogni singolo individuo con l’essenza universale del mondo, superando i dualismi dell’esistenza.

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Sobre el autor

Piet Mondrian

(Amersfoort, 1872 – New York, 1944) Studia all’Accademia di Belle Arti di Amsterdam. Dopo una permanenza nel Brabante (1904-1905), sviluppa un vivo interesse per le questioni spirituali e teosofiche. Nel 1911 è a Parigi e, a contatto con il cubismo, si indirizza verso l’astrazione. Di nuovo ad Amsterdam, conosce Theo van Doesburg e con lui fonda nel 1917 la rivista «De Stijl». Tornato a Parigi, continua nella ricerca sui rapporti tra forma e colore, affiancandola sempre con l’attività teorica (nel 1920 pubblica Il neoplasticismo). Lasciata Parigi per Londra, nel 1940 si rifugia infine negli Stati Uniti.

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